Il mio primo romanzo

Mi hanno detto che morirò martedì

Questo è un libro che parla del destino. Di quello che ciascuno di noi si conquista e di quello che in parte è già scritto.

È la storia di Francesco, un ragazzo di ventisette anni che vive a Mendrisio, nel Canton Ticino, in Svizzera. Lavora in banca, ha una vita piuttosto ordinaria, ama camminare e andare in bicicletta, raccoglie adesivi della frutta, ha un capo on the road e una collega leggermente stalker e forse ha anche una fidanzata, con cui discute, non con grande competenza, di capanne sudatorie, di crescita personale e di who is in. Fortunatamente ha anche un vero, grande amico che in questa storia avrà un ruolo importante.

Un giorno però, in questa esistenza tutto sommato equilibrata, accade qualcosa. Francesco vive un insolito incontro con una donna che, fissandolo negli occhi, lo mette in guardia su un pericolo imminente: “Martedì prossimo – gli dice – non uscire di casa. Non farlo, perché rischi di morire. Non sto scherzando – insiste – uscendo di casa corri un pericolo davvero grande e potresti perdere la vita”.

È uno scherzo? È una cosa seria? Cosa farà Francesco martedì? Uscirà comunque o, ascoltando questa curiosa profezia, deciderà di restare chiuso in casa?
In questo libro troverete tutte le risposte.

Non solo. “Mi hanno detto che morirò martedì” vi permetterà di planare su temi affascinanti come la musica, Einstein, il caso, l’astrologia, la fortuna, le rune, la Valle Maggia, gli amori malesi, San Bernardino, la cucina balcanica, il terrapiattismo, le Harley Davidson, i pavoni egocentrici e i consolador. Oltre ad approfondire temi essenziali come il senso del vivere e la teoria del dubbio. Caspita, qui si fa sul serio.

Alla luce di questo strano elenco, so bene che vi starete chiedendo: ma questo libro è forse un romanzo di formazione? Un thriller? Un saggio sul destino?
Forse. Rende meglio l’idea dirvi che questo è un libro dove si sorride. E anche molto.

E sorridere di noi stessi e delle nostre meravigliose vite, fidatevi, è un esercizio che può farci solo bene.

Libri pubblicati

La vita. Distrazioni per l'uso.

Il mio primo vero libro. Pubblicato nel 2010 nella Collana Fosforo di Alberto Perdisa Editore, con la prefazione di Debora Villa. Ecco come l’avevo presentato: “Duecento aforismi. Riflessioni, pensieri, battute fulminanti sugli esseri umani e sulla follia, sulla saggezza e sull’amore, sulla musica e sulla morte. Noir, battute ciniche, allusioni e cattiverie: in questo mondo essere buoni è sempre più difficile. meglio scegliere  l’ironia e confidare nel buonumore. Un capitolo è intitolato Remix: contiene brevi storie , raccontate con modalità espressive differenti.” Visto che mentre scrivo queste note siamo nel 2025, vi leggo l’aforisma numero 25, intitolato Eskimo: “Francesco Guccini ha compiuto gli anni ed è stato celebrato da giornali e tv. E se lui avesse previsto tutto questo?”. Sottile, per intenditori.

Gli occhi nello sguardo.

Il mio primo racconto, scritto nel 1986, all’età di 22 anni. Che tenerezza ho provato nel rileggere questo testo: la scrittura altisonante, alcuni vocaboli inopportuni, la mancanza di mestiere e di equilibri. Erano anche i miei primi anni in radio e vi confesso che riascoltare alcune audio cassette mi mette in profondo imbarazzo. Tutto era mostrare, palesarsi, assumere un altro ruolo, forse per farsi spazio, forse per trovare un proprio posto. E invece quello che era, ed è importante, è trovare la propria voce, quella che ci sussurra alla mente e al cuore che abbiamo fatto la cosa giusta. Per la serie: “almeno un ascoltatore e un lettore l’abbiamo accontentato”. è un racconto nato dopo un viaggio in Inter-rail e ispirato dalla magnifica Parigi. Ci ero stato con Cristina ed è proprio lei che ha disegnato l’immagine simbolo della storia.

Mi.

Ho tante storie nel cassetto. Alcune iniziate, alcune finite, alcune abbandonate. MI è stato il mio primo tentativo di muoversi seriamente nel mondo editoriale. Un libro vero e proprio che solo poche persone hanno letto integralmente. Amici, più che altro e forse è per quello che ricordo solo riscontri positivi. Seguendo la trafila ho provato a inviarlo ad alcune case editrici, ma non è stato preso in considerazione. Lo ricordo come un esercizio di stile, con un linguaggio sognante, poetico e drammatico allo stesso tempo. Molto prima del bel libro di Eshkol Nevo, “Tre piani” anche MI raccontava la vita di tre persone che vivono nello stesso grande palazzo: c’era Irma, una donna infelice, Elio, che ha una doppia vita e Francesco, in cerca di amore e di vita. Curioso pensare che anche nel  mio primo vero libro di narrativa il protagonista si chiami Francesco.

Lumache a vapore.

Negli anni ’90, che ho trascorso per la gran parte a Radio Reporter, ho scritto e messo in scena un curioso spettacolo teatrale. Lunghissimo, pieno di personaggi, coraggioso a suo modo. Uno spettacolo nel quale mi ero messo profondamente in gioco, pensando a tutti gli elementi che avevo voluto inserire: parodie, messaggi sociali, commedia, provocazioni. Ricordo di aver trovato un bel gruppo di amici con cui metterlo in scena, dagli attori alla scenografa, dai tecnici alle assistenti di scena. Credo sia stato uno dei tanti LA della mia vita, quei momenti in cui capisci che puoi spingere l’accelleratore verso i tuoi sogni. Ed è quello che ho fatto. Lo spettacolo è stato anche la prima presa di consapevolezza del mio senso dell’ironia, che già conoscevo, ma che da allora coccolo come un bambino.

Racconti fuorimano.

Scrivere, scrivere e scrivere ancora. Potete frequentare mille corsi di tecniche di narrazione ma il vero segreto, quello che ho compreso in profondità, è che per fare questo mestiere, per seguire questa passione, per cercare la propria voce bisogna scrivere. E qui scatta un altro parallelismo con la radio. Accade lo stesso: è solo l’esperienza che ti affina, che ti aiuta, che ti illumina il cammino. Quindi da diversi anni io scrivo – o cerco di farlo – tutti i santi giorni. Nonostante gli altri impegni, le sveglie alle 2 e 40, gli imprevisti e le probabilità, come direbbe Monopoli. Scrivere tutti i giorni è la via maestra e per questo mi diverto a scrivere racconti, con i quali spesso partecipo a concorsi. Nel 2024 uno dei miei racconti, intitolato Castello Silente è arrivato tra i finalisti e ho avuto il piacere di visitare Sarnano e di partecipare alla proclamazione finale. Non ho vinto ma il mio racconto è stato pubblicato nel libro che vedete qui accanto. Io intanto continuo a scrivere racconti e qui sotto ve ne presento alcuni.

Ascolta. Ti racconto una storia.

Pura passione per l’oggetto libro. C’è soprattutto questo nell’idea di creare una piccola collana di librini, nata per celebrare lo spazio espositivo Samadhi dove avevano spazio oggetti d’arte. È un progetto che non escludo di riprendere anche perché, ai tempi, parlo nel primo decennio del 2000, ottenne grande attenzione e interesse. Quattro piccole storie, una scritta da me e le altre tre da colleghi radiofonici come Laura Di Terlizzi, Feo Del Maffeo e Giulio Cuni Berzi, che purtroppo ci ha lasciati troppo presto. “Senza giudizio “, il mio breve raccontino, è diventato anche un modo di dire che ho utilizzato molte volte. In fondo, giudicare ma dichiarando di non farlo, è una soluzione geniale.

Favole a tavola.

Il progetto “Favole a tavola” mi ha dato la possibilità di scrivere qualcosa per i bambini. Esperienza molto divertente, perfetta per liberare la fantasia ed entrare in contatto con il mio mai dimenticato bambino interiore. L’idea mi è stata commissionata da una catena di ristoranti che cercava un’idea per intrattenere i bambini a tavola in occasione di pranzi e cene. Gli adulti hanno pazienza, i bambini meno 🙂

Racconti che prima o poi leggerete. Forse.

Hanno ucciso un uomo in bagno

Pur essendo una specie di giallo, mi sono divertito molto a scrivere questo racconto che parla di amore, di passione, di dipendenze e anche di gelosia. La storia è curiosa: racconta di un uomo, un vedovo, che una sera, dopo aver passato del buon tempo con amici torna a casa. La figlia che vive con lui dorme tranquilla nella sua camera, ma in bagno c’è il cadavere di un uomo. La porta era chiusa a chiave dall’interno, quindi ci sono molte cose da capire.

La bontà

E se i serial killer avessero anche un lato buono? E se dietro atroci delitti si nascondessero persone sensibili? L’umanità ci ha già già dimostrato che non c’è limite all’immaginazione e che spesso la realtà supera la fantasia. Così in questo racconto ripercorro la vita di un uomo che deve affrontare la fine di un amore, ma non ci riesce. Anzi più ci pensa e più gli sale un “fastidio”, qualcosa che gli fa perdere il controllo. Ma l’uomo non è sempre così e il suo lavoro quotidiano lo dimostra.

La fragola di Gabriele

Vi presento questo racconto grazie alle parole che gli organizzatori di un concorso letterario hanno scritto dopo aver letto il mio lavoro: “La fragola di Gabriele è un racconto incisivo che esplora la solitudine e l’emarginazione di un giovane tra convenzioni sociali, evidenziando la bellezza della natura e l’importanza dell’autenticità”. Il racconto non è stato premiato, ma è stato meritevole di attenzione. Che, diciamolo, è sempre una bella parola. Come mai Gabriele passeggia nudo in mezzo alla natura? Bella domanda.

La lista dei desideri

Questo racconto è stato ispirato da una storia vera. Ho una persona cara che vive in una casa di riposo: vado a trovarlo spesso e mi capita di osservare disegni, attività, testimonianze della vita all’interno della struttura. Mi ha colpito in particolare un volantino che riprendeva una lista di desideri che gli ospiti di questo luogo avevano espresso, stimolati da una domanda precisa: “se potessi realizzare un sogno cosa vorresti?” È stato emozionante leggere le risposte, che in maniera del tutto inattesa, non contenevano sogni giganti ma pensieri semplici come “tornare a mangiare il gelato sotto casa mia”, “uscire a mangiare una pizza”, “rivedere mio marito” o “un paio di scarpe più comode”.

L'attore

Fare il furbo nella vita, paga? C’è una domanda semplice alla base di questo racconto di cui non vi dirò molto di più – se non che si tratta di una storia brillante piena di colpi di scena – anche perché avete la possibilità di poterlo leggere (o ascoltare) semplicemente iscrivendovi alla mia newsletter. I dettagli li trovate nello spazio qui sotto. E se avete letto fino a qui, senza fermarvi ai titoli, vi ringrazio davvero di cuore. Siete la mia speranza per il futuro.